Sequestro preventivo e bancarotta fraudolenta: principi della Cassazione n. 41017/2023 e aggiornamenti 2025
SEQUESTRO PREVENTIVO BANCAROTTA FRAUDOLENTA
Sequestro Preventivo e Bancarotta Fraudolenta: La Sentenza della Corte di Cassazione n. 41017/2023
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Sequestro preventivo bancarotta fraudolenta: Introduzione
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 41017 del 9 ottobre 2023, si è pronunciata su un caso riguardante un provvedimento di sequestro preventivo nell’ambito di un’indagine per bancarotta fraudolenta patrimoniale. In particolare, il provvedimento riguardava somme di denaro depositate su conti correnti intestati al figlio minore dell’indagato. La Suprema Corte ha ritenuto che il sequestro non potesse essere confermato senza una concreta dimostrazione della disponibilità effettiva delle somme da parte dell’indagato, annullando così il provvedimento e disponendo il rinvio per un nuovo giudizio.
Articolo a cura dell‘Avvocato Bertaggia di Ferrara→
Tema | Dato essenziale | Rif. normativo/concetto |
---|---|---|
Reato presupposto | Bancarotta fraudolenta patrimoniale/documentale | Art. 322 CCII (in continuità con art. 216 L. fall.) |
Procedura | Liquidazione giudiziale (sostituisce il “fallimento”) | Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza |
Misura reale | Sequestro preventivo finalizzato alla confisca | Art. 321 c.p.p.; confisca diretta vs per equivalente |
Focus Cass. 41017/2023 | La sola delega su conti di terzi non prova la disponibilità effettiva | Onere di motivazione su disponibilità e tracciabilità delle somme |
I Fatti del Caso
Il procedimento ha avuto origine da un’indagine per bancarotta fraudolenta patrimoniale a carico dell’indagato. Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Rovigo aveva disposto un sequestro preventivo di urgenza su somme di denaro depositate su conti correnti, ritenendo che queste potessero essere riconducibili all’indagato. Successivamente, il Tribunale del Riesame di Rovigo aveva confermato il provvedimento di sequestro, nonostante le contestazioni avanzate dalla difesa.
Secondo la ricorrente, le somme sequestrate appartenevano al figlio minore e derivavano da donazioni dei parenti, senza alcuna relazione con l’attività dell’indagato. Inoltre, si sottolineava che l’indagato possedeva una semplice delega ad operare su tali conti, ma non aveva mai effettivamente effettuato operazioni o utilizzato il denaro in questione.
I Motivi del Ricorso in Cassazione
La difesa ha presentato ricorso in Cassazione contestando la decisione del Tribunale del Riesame sulla base di due principali motivi:
- Assenza di prova sulla riconducibilità delle somme sequestrate all’indagato.
- Mancata considerazione della lecita provenienza delle somme, documentata come frutto di donazioni e crediti fiscali.
Il ricorso sottolineava come il Tribunale del Riesame non avesse motivato adeguatamente la propria decisione e si fosse limitato ad affermare, in modo generico, che l’indagato fosse in grado di esercitare il controllo sui conti grazie alla delega ricevuta. Tuttavia, tale delega non era sufficiente a dimostrare una reale disponibilità delle somme da parte dell’indagato.
Il Principio di Diritto Affermato dalla Cassazione
La Corte di Cassazione ha ribadito un principio di diritto consolidato: la mera delega ad operare su un conto corrente non è, di per sé, sufficiente a dimostrare che il delegato abbia una disponibilità effettiva delle somme depositate.
Affinché un sequestro preventivo possa essere giustificato, è necessario che vi siano elementi concreti che dimostrino che il delegato eserciti poteri di fatto equivalenti a quelli del titolare del conto.
Secondo la giurisprudenza della Cassazione:
- Il sequestro preventivo può riguardare solo somme che siano riconducibili in modo diretto all’attività illecita dell’indagato.
- Non è sufficiente il rapporto di parentela tra l’indagato e il titolare del conto per affermare la disponibilità delle somme.
- La delega ad operare su un conto corrente non equivale automaticamente alla titolarità o alla libera disponibilità delle somme da parte del delegato.
La Corte ha osservato che nel caso in esame mancavano elementi probatori idonei a dimostrare che l’indagato avesse effettivamente avuto accesso e utilizzato le somme in questione. Inoltre, le somme sequestrate erano state documentate come di lecita provenienza e non risultava alcun prelievo da parte dell’indagato.
Aggiornamenti 2024–2025: confisca del denaro e nesso di derivazione
Gli sviluppi più recenti hanno chiarito che la confisca del denaro è qualificabile come diretta soltanto quando sia provata la derivazione causale della somma dal reato; in difetto, la misura va inquadrata per equivalente, nel rispetto dei relativi presupposti e limiti. Questo ha comportato un rafforzamento dell’onere probatorio per le somme fungibili e un vaglio motivazionale più rigoroso sui sequestri finalizzati alla confisca.
Nel 2025, taluni arresti di legittimità hanno annullato sequestri su depositi e contanti quando mancava un collegamento concreto tra la somma appresa e il profitto del reato, ovvero quando la misura era stata assimilata al per equivalente senza adeguata base legale.
Tipologia | Quando è ammissibile | Prova richiesta | Note |
---|---|---|---|
Confisca/Sequestro DIRETTO | Su somme provenienti dall’illecito | Nesso di derivazione specifico (tracce, movimenti, compresenza temporale) | Non basta la fungibilità del denaro; serve tracciabilità |
Confisca/Sequestro PER EQUIVALENTE | Quando il profitto non è più rinvenibile | Base legale e quantificazione dell’equivalente | Non si può “trasformare” in per equivalente senza motivazione puntuale |
Conti di terzi con delega | Solo se il delegato usa il conto come proprio o esercita poteri di fatto del titolare | Operazioni effettivamente compiute dal delegato; flussi e disponibilità | La sola delega non basta, specie su conti di minori/donazioni |
Annullamento del Provvedimento e Rinvio
In conclusione, la Cassazione ha ritenuto che il Tribunale del Riesame avesse omesso di esaminare elementi fondamentali per la corretta valutazione della disponibilità delle somme sequestrate. Per questo motivo, il provvedimento è stato annullato e rinviato al Tribunale di Rovigo per un nuovo giudizio, affinché venga effettuata una verifica approfondita sulla reale disponibilità delle somme da parte dell’indagato.
Il Tribunale dovrà valutare:
- Se le somme sequestrate siano effettivamente riconducibili all’indagato.
- Se vi siano elementi concreti che dimostrino la disponibilità delle somme da parte dell’indagato.
- Se la delega ad operare sul conto sia sufficiente a configurare un controllo effettivo sulle somme.
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Questa sentenza conferma l’importanza di un’adeguata motivazione nei provvedimenti di sequestro preventivo e sottolinea che la semplice esistenza di un rapporto di parentela o di una delega ad operare su un conto corrente non sono elementi sufficienti per giustificare un sequestro nell’ambito di un procedimento per bancarotta fraudolenta patrimoniale.
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Domande frequenti
La delega a operare sul conto di un terzo basta per sequestrare quelle somme?
No. La sola delega non prova la disponibilità effettiva del delegato. Servono elementi concreti (operazioni eseguite, uso come conto proprio, flussi riconducibili all’illecito).
Se le somme provengono da donazioni al figlio minore?
Donazioni lecite documentate indeboliscono l’assunto accusatorio. In assenza di tracce di uso illecito da parte del delegato, il sequestro diretto non regge.
Che differenza c’è tra sequestro diretto e per equivalente sul denaro?
Il diretto richiede prova della derivazione dal reato; il per equivalente interviene se il profitto non è rinvenibile, ma necessita di base legale e motivazione specifica.
Quali passi pratici posso fare se ho subito un sequestro?
Richiedere atti integrali, verificare tracciabilità delle somme, predisporre memoria difensiva su disponibilità/derivazione, valutare riesame e ulteriori impugnazioni nei termini.
Qual è oggi la norma penale di riferimento per la bancarotta fraudolenta?
Art. 322 del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (in vigore dal 1° settembre 2021), in continuità con l’abrogato art. 216 L. fall.
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Autore. Studio Legale Internazionale Bertaggia – Titolo Sequestro Preventivo Bancarotta Fraudolenta, in www.avvocatobertaggia.com/blog
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Articolo aggiornato al 04 Ottobre 2025