DECADENZA FIDEIUSSIONE RECUPERO CREDITI
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FIDEIUSSIONE: IL CREDITORE DEVE AGIRE ENTRO 6 MESI DALLA SCADENZA DELL’OBBLIGAZIONE PRINCIPALE
📌Decadenza fideiussione recupero crediti. IMPORTANTE: Il creditore deve agire giudizialmente contro il debitore principale entro 6 mesi dalla scadenza dell’obbligazione, altrimenti il fideiussore si libera dall’impegno. Non sono validi atti stragiudiziali come il precetto non seguito dall’esecuzione (Cass. n. 25197/2023).
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Articolo a cura dello Studio Legale Internazionale Bertaggia→
LA VICENDA: IL CASO DI UN AVVOCATO E IL MANCATO PAGAMENTO
Un avvocato ha fornito assistenza legale a un’associazione sportiva dilettantistica, concludendo l’incarico nel febbraio 2013. Tuttavia, l’associazione non ha pagato le competenze professionali dovute.
Nel 2015, il legale ottiene un decreto ingiuntivo e lo notifica all’associazione (debitore principale) e al fideiussore.
Il fideiussore si oppone sostenendo che l’obbligazione si è estinta perché il creditore non ha agito nei 6 mesi successivi alla scadenza dell’obbligazione, come richiesto dall’art. 1957 c.c.
Le sentenze di primo e secondo grado accolgono l’opposizione del fideiussore. L’avvocato ricorre in Cassazione.
Per una analisi più dettagliata del caso leggi questo nostro articolo→
FIDEIUSSIONE: COSA PREVEDE L’ART. 1957 C.C.
La fideiussione è un contratto in cui una parte (fideiussore) garantisce l’adempimento dell’obbligazione del debitore principale nei confronti del creditore.
Secondo l’art. 1957 c.c., il fideiussore resta obbligato dopo la scadenza dell’obbligazione principale, a condizione che il creditore:
✅ Agisca giudizialmente contro il debitore entro 6 mesi dalla scadenza dell’obbligazione.
✅ Prosegua l’azione con diligenza, senza interruzioni.
Se il creditore non rispetta il termine di 6 mesi, il fideiussore si libera dall’obbligo di garanzia.
⚠️ Attenzione! Se la fideiussione è stata limitata alla durata dell’obbligazione principale, il termine per agire contro il debitore è ridotto a 2 mesi.
QUANDO DECORRE IL TERMINE DI 6 MESI?
Secondo la Cassazione, il termine di 6 mesi decorre dalla scadenza dell’obbligazione principale, ovvero dal momento in cui il creditore può pretendere il pagamento.
📌 Nel caso in esame:
- L’obbligazione dell’associazione sportiva è scaduta nel febbraio 2013, con la pubblicazione del provvedimento della Commissione disciplinare.
- Il termine di 6 mesi per agire contro il debitore è scaduto ad agosto 2013.
- Il primo atto giudiziale del creditore è stato il decreto ingiuntivo del 2015, oltre il termine.
📢 Conseguenza: Il fideiussore si è liberato dall’obbligo di garanzia, perché il creditore non ha rispettato il termine previsto dall’art. 1957 c.c..
L’ACCORDO DI DILAZIONE NON FERMA IL TERMINE DI DECADENZA
Il creditore non può prorogare il termine dei 6 mesi attraverso accordi privati con il debitore.
📌 Cassazione (Sentenza n. 15902/2014):
🔹 Qualsiasi dilazione concessa al debitore non ha effetto nei confronti del fideiussore.
🔹 Il creditore non può spostare la scadenza dell’obbligazione principale a proprio piacimento.
🔹 Se il creditore concede una proroga al debitore, lo fa a proprio rischio, senza vincolare il fideiussore.
L’ISTANZA DEVE ESSERE GIUDIZIALE: GLI ATTI STRAGIUDIZIALI NON SONO VALIDI
L’art. 1957 c.c. stabilisce che il creditore deve proporre un’istanza giudiziale contro il debitore principale entro 6 mesi dalla scadenza dell’obbligazione.
📌 NON sono considerate valide istanze ex art. 1957 c.c.:
❌ La notifica di una nota pro forma (Cass. n. 283/1997).
❌ L’atto di precetto non seguito da esecuzione forzata (Cass. n. 1724/2016).
📌 È valida solo un’azione giudiziale vera e propria, come:
✅ Ricorso per decreto ingiuntivo entro 6 mesi.
✅ Citazione in giudizio del debitore principale per il recupero del credito.
✅ Atti esecutivi concreti, come il pignoramento.
⚠️ Se il creditore si limita a inviare solleciti o notificare un precetto senza eseguire il pignoramento, perde il diritto alla fideiussione.
LA DECISIONE DELLA CASSAZIONE: IL CREDITO È DECADUTO
La Cassazione (Ordinanza n. 25197/2023) ha confermato la decadenza del credito nei confronti del fideiussore.
📌 Motivazioni:
- Il termine di 6 mesi è scaduto nel 2013.
- Il creditore ha agito solo nel 2015, troppo tardi.
- Il fideiussore si è liberato, perché il creditore non ha esercitato il suo diritto in tempo.
📢 Esito: La Corte ha rigettato il ricorso e ha condannato l’avvocato al pagamento delle spese legali pari a € 3.400,00, oltre agli oneri di legge e al contributo unificato ex art. 13 c. 1-quater DPR 115/2002.
CONCLUSIONI: LEZIONI IMPORTANTI PER CREDITORE E FIDEIUSSORE
📌 Per il creditore:
✔ Agire tempestivamente contro il debitore principale, evitando ritardi superiori ai 6 mesi.
✔ Utilizzare solo strumenti giudiziali per mantenere attiva la fideiussione.
✔ Non fare affidamento su accordi di dilazione, perché non bloccano il termine di decadenza.
📌 Per il fideiussore:
✔ Controllare se il creditore ha rispettato il termine di 6 mesi.
✔ Verificare che l’azione intrapresa sia stata giudiziale e non solo stragiudiziale.
✔ In caso di contestazione, opporsi evidenziando la mancata azione tempestiva del creditore.
CONCLUSIONI FINALI: IL PRINCIPIO CHIAVE DELLA SENTENZA
Il fideiussore è liberato dall’obbligo di garanzia se il creditore non agisce entro 6 mesi dalla scadenza dell’obbligazione principale con un’azione giudiziale concreta.
Questa sentenza conferma l’importanza di tempestività e precisione→ nelle azioni di recupero crediti. Qualsiasi ritardo o azione stragiudiziale insufficiente comporta la perdita della garanzia fideiussoria.
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Articolo aggiornato al 09 Febbraio 2025
