RESIDENZA FISCALE EMIRATI ARABI
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Residenza fiscale Emirati Arabi
Residenza fiscale Emirati Arabi. Tassazione dei redditi da lavoro dipendente per cittadini italiani residenti negli Emirati Arabi: cosa prevede la Convenzione contro le doppie imposizioni e cosa ha stabilito la Cassazione.
Articolo a cura dell‘Avvocato Bertaggia→.
Premessa: perché questo tema è cruciale
Nel contesto dell’internazionalizzazione crescente, sempre più cittadini italiani trasferiscono la propria residenza fiscale negli Emirati Arabi Uniti (EAU), attratti da un sistema tributario favorevole. Ma cosa accade quando il Fisco italiano pretende comunque la tassazione sui redditi prodotti all’estero?
Questo articolo analizza un caso pratico chiarito dalla Corte di Cassazione con l’Ordinanza n. 35284/2024, fornendo indicazioni utili per i contribuenti e gli operatori del diritto.
Residenza fiscale negli Emirati Arabi e Convenzione con l’Italia
Secondo l’art. 15 della Convenzione contro la doppia imposizione→ tra Italia ed Emirati Arabi Uniti (ratificata con Legge n. 309/1997), i redditi da lavoro dipendente percepiti da un soggetto fiscalmente residente negli EAU per attività svolta in tale Paese sono tassabili esclusivamente negli Emirati.
In altre parole, se il cittadino italiano ha effettivamente acquisito la residenza fiscale negli Emirati e ha prestato la sua attività lavorativa solo in quel territorio, l’Italia rinuncia alla propria potestà impositiva su tali redditi.
Il caso concreto: richiesta di rimborso e diniego dell’Agenzia delle Entrate
Un contribuente italiano, fiscalmente residente a Dubai nel 2011, ha chiesto il rimborso delle ritenute IRPEF trattenute dal datore di lavoro italiano sui redditi da lavoro dipendente percepiti in quell’anno.
A supporto della richiesta, ha invocato l’art. 15 della Convenzione Italia-EAU. Tuttavia, l’Agenzia delle Entrate ha respinto l’istanza in assenza del certificato ufficiale rilasciato dall’Autorità emiratina, previsto dall’art. 28 della medesima Convenzione.
La decisione della Commissione Tributaria Regionale
La CTR ha accolto il ricorso del contribuente, evidenziando come i redditi percepiti fossero esclusivamente imponibili negli EAU. In particolare, ha stabilito che:
“l’Italia, con questa disposizione convenzionale, ha rinunciato, ab origine, ad esercitare la propria pretesa impositiva sui redditi in questione.”
La CTR ha riconosciuto la residenza fiscale effettiva negli Emirati, comprovata da:
- iscrizione AIRE;
- documentazione anagrafica e familiare;
- permanenza all’estero dell’intero nucleo familiare.
Il ricorso in Cassazione dell’Agenzia delle Entrate
L’Agenzia ha impugnato la decisione, (ovviamente: i costi sono sostenuti dai contribuenti italiani….) sostenendo che senza il certificato fiscale emiratino richiesto dall’art. 28, par. 2 della Convenzione, non sarebbe stato possibile applicare i benefici convenzionali. La stessa ha citato giurisprudenza conforme (Cass. n. 5927/2021, n. 13159/2019).
La Cassazione chiarisce: i criteri convenzionali prevalgono
La Suprema Corte, con l’Ordinanza n. 35284/2024, ha respinto il ricorso dell’Agenzia, stabilendo un principio molto rilevante:
In presenza di residenza fiscale effettiva negli Emirati e soggezione al potere impositivo locale, i redditi da lavoro sono esclusi dalla base imponibile IRPEF italiana, anche se non soggetti a tassazione negli EAU.
In altre parole, non è necessaria una doppia imposizione giuridica affinché la convenzione produca effetti. L’assenza di un’imposta personale sul reddito negli Emirati non esclude l’applicabilità dell’art. 15, né rende inapplicabile la disciplina convenzionale. Questo è un caso nel quale può essere affermato il principio: come lavorare dall’estero e non pagare tasse né in Italia né altrove!
Il superamento della presunzione di residenza fiscale in Italia
La Corte ha riconosciuto come il contribuente abbia fornito prova sufficiente per superare la presunzione di residenza fiscale in Italia (art. 2, co. 2-bis, TUIR), applicabile ai cittadini iscritti all’AIRE e residenti in Stati a fiscalità privilegiata come gli Emirati Arabi.
Ma quanti costi ha dovuto affrontare, per sentirsi dare ragione? Uno dei motivi per i quali chi vuole vivere del suo lavoro deve abbandonare questo stato, che ostacola in tutti i modi imprenditori, professionisti e lavoratori autonomi.
Conclusioni: cosa deve sapere chi si trasferisce fiscalmente negli Emirati
Questa importante pronuncia conferma che:
- ✅ La residenza fiscale effettiva negli EAU può legittimamente escludere l’imposizione IRPEF in Italia.
- ✅ L’assenza di imposte negli Emirati non ostacola l’applicazione della Convenzione.
- ✅ La prova documentale della residenza reale è fondamentale, anche in mancanza del certificato formale.
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Articolo aggiornato al 10 Maggio 2025